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Design for Recycling, il design del riciclo che fa bene all’ambiente

di Cecilia
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Alpla ha fatto suoi i principi del Design for Recycling in linea con gli obiettivi dell’Agenda ONU in tema di Sviluppo Sostenibile legato al ciclo di produzione, smaltimento e recupero della plastica. Tenendo in considerazione gli input funzionali ed estetici desiderati dal cliente, già a partire dalle fasi iniziali Alpla imposta il progetto del packaging in funzione delle caratteristiche che consentiranno di renderlo quanto più riciclabile e sostenibile possibile.

Alpla, leader mondiale nella produzione di imballaggi in plastica innovativi, è da sempre in prima linea sul fronte della ricerca e sviluppo con attività mirate a garantire la sostenibilità ambientale dei suoi prodotti e il loro riutilizzo in ottica circolare. Per questo motivo, Alpla ha fatto suoi i principi del Design for Recyclying, buone prassi che si dimostrano di importanza fondamentale per riuscire a raggiungere gli obiettivi di circolarità e quindi sostenibilità degli imballaggi. In sostanza, sulla base delle specifiche funzionali ed estetiche concordate con il cliente, già a partire dalle primissime fasi di design e progettazione tecnica Alpla è in grado di individuare le migliori soluzioni per assicurare che il packaging, sia esso un flacone, una boccetta o una bottiglia, sia non solo conforme alle specifiche del cliente, ma anche quanto più sostenibile e riciclabile possibile.

Dunque, nel percorso verso la sostenibilità, l’ideazione e la progettazione degli imballaggi in ottica di un loro successivo recupero e riciclo gioca un primo, ma imprescindibile ruolo.

L’Agenda dell’ONU per lo Sviluppo Sostenibile ha fissato il raggiungimento entro il 2030 di una serie di obiettivi in tema di innovazione legati al ciclo di produzione, smaltimento e recupero della plastica, con l’ambizioso target di arrivare entro il 2040 al totale riuso delle plastiche, soprattutto quelle derivate da imballaggi. Ciò ha portato il settore del confezionamento e dell’imballaggio, negli ultimi anni, a trasformarsi profondamente, con l’obiettivo di offrire soluzioni più pratiche e performanti, ma soprattutto più sostenibili e riciclabili.

Al fine di contribuire concretamente a questi obiettivi con soluzioni sempre più sostenibili e innovative, Alpla ha da tempo aderito ai principi del Design for Recyclying, ambito nel quale le buone prassi di progettazione rivestono un ruolo di primaria importanza a garanzia della riciclabilità degli imballaggi in ottica di economia circolare.

Lo scopo fondamentale del riciclo è quello di dare una seconda vita ai prodotti, sotto forma di oggetti o di nuovi imballaggi. Perché questo sia possibile è necessario che gli imballaggi siano concepiti in modo tale da risultare idonei allo scopo. Diventa così necessario prima di tutto lo studio accurato in fase di progettazione delle confezioni, al fine di garantire l’effettiva possibilità di riciclo del packaging e favorire quindi il suo riutilizzo in ottica circolare. Da qui l’importanza del concetto di Design for Recyclying.

Cosa succede una volta che vaschette, bottiglie o flaconi vengono differenziati? Quali sono le potenzialità di una seconda vita di questi oggetti all’interno di una economia circolare? Non tutti sanno che dal recupero e dal riciclo di bottiglie e flaconi possono prendere vita shopper, carrelli per la spesa, cassette per la frutta e gli ortaggi, componenti per veicoli, tubi idraulici e addirittura accessori di bigiotteria e oggetti di design, accessori e complementi d’arredo.

Il riciclo genera dunque valore, stimolando l’economia e prevenendo l’abbandono dei rifiuti nell’ambiente. Non solo. Gestendo i materiali plastici all’interno di un circuito chiuso, è possibile ottenere grandi risultati in termini di sostenibilità. Nel caso del PET riciclato (o rPET ovvero materiale che deriva dal riciclo di bottiglie di plastica post-consumo) è ad esempio possibile ridurre le emissioni di gas serra finanche al 90% rispetto ai processi che utilizzano il PET vergine. È questa la scelta che, ad esempio, ha compiuto PepsiCo, la quale si è impegnata a eliminare tutta la plastica vergine dalle proprie bottiglie a marchio Pepsi vendute in 9 mercati europei entro il 2022, sostituendola con la plastica riciclata dal recupero degli imballaggi post consumo (rPET) sull’intera gamma delle sue bevande. L’azienda stima che il passaggio al 100% rPET per queste bevande eliminerà oltre 70.000 tonnellate all’anno di plastica vergine a base di combustibili fossili e ridurrà le emissioni di carbonio per bottiglia di circa il 40%.

Quale leader mondiale nel settore degli imballaggi in plastica, Alpla ambisce a svolgere un ruolo attivo per sostenere l’affermazione di un’economia circolare efficiente nel comparto dell’imballaggio, che si sta sempre più focalizzando su materiali innovativi a basso impatto ambientale, tecnologie produttive sempre più green e manufacturing practices di sostenibilità.

Ben si comprende dunque il ruolo svolto dal Design for Recyclying, nell’ambito del quale l’imballaggio completo deve essere progettato in modo da permettere un elevato grado di raccolta, successivo smistamento e rilavorazione. I principali criteri di progettazione devono tenere conto non solo dei materiali, ma anche degli additivi, dei colori e dell’inchiostro di stampa, nonché dei piccoli componenti che fanno eventualmente parte dell’imballaggio, i quali, in un’ottica olistica di sostenibilità, devono essere compatibili con il percorso circolare che porterà il package verso la sua seconda vita.

Ricariche sostenibili in HDPE by Alpla per i cosmetici Susanne Kaufmann

Sono molti gli esempi che Alpla sta portando avanti sul fronte del Design for recycling, come quello che coinvolge Susanne Kaufmann: sin dalla creazione del brand, la fondatrice ha posto seria attenzione nei confronti della sostenibilità, che è parte integrante dello sviluppo della loro gamma di prodotti per la cura della pelle. Per Kauffmann Alpla ha realizzato Simple One, una nuova soluzione di ricarica in HDPE (polietilene ad alta densità, High Density Polyethylene), che ha l’obiettivo di allungare la vita dei flaconi in vetro e sostenere l’impegno del brand nei confronti di un consumo consapevole e quindi più sostenibile. Inoltre, viene usata solo una minima parte di inchiostro, rendendo fattibile l’obiettivo di un recupero completo “da bottiglia a bottiglia” dopo l’uso.

Il “green to green” di Donat

Un ottimo esempio di come l’economia circolare possa funzionare bene se tutti, lungo la catena del valore, agiscono insieme, è quello che coinvolge l’azienda slovena Donat, che opera nel settore delle acque minerali. All’insegna dello slogan “green to green”, in collaborazione con Alpla, Donat ha sostituito completamente l’imballaggio in PET e vetro con bottiglie green al 100% in rPET, raggiungendo una riduzione delle emissioni di carbonio fino al 90%. La decisione di Donat di non usare bottiglie in PET vergine o in vetro si traduce anche in un risparmio annuo di circa un milione e mezzo di litri di acqua potabile, di circa 98.000 kWh di elettricità e di 12.000 kg di detersivo.

Anche Nivea riduce la plastica

Sulla base di una intensa attività di ricerca e sviluppo del packaging, Nivea, in collaborazione con Alpla, ha ideato un nuovo flacone e un nuovo tappo per la crema per il corpo della linea Naturally Good. Tappo e flacone sono stati infatti progettati per utilizzare il 50% in meno di plastica rispetto a una confezione tradizionale. Il flacone è particolarmente sottile e può essere “strizzato” e arrotolato come se fosse un tubetto di dentifricio.

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